venerdì 12 febbraio 2016

Petuzzo

Petuzzo
sezione II e classe IV B











 “Conoscete la novella dello stento che dura tanto tempo e non finisce mai?

No?

Non si dice no alla novella dello stento che dura tanto tempo e non finisce mai, si dice?

Si!

Non si dice sì alla  novella dello stento che dura tanto tempo e non finisce mai, si dice?
Boh!
Non si dice boh! alla  novella dello stento che dura tanto tempo e non finisce mai, si dice?…”

L’altra sera con mio figlio, prima di dormire, abbiamo tirato fuori le vecchie novelle, quelle dei suoi nonni e della nostra tradizione: il piccolo naviglio, la novella dello stento, Piccinino.

Ma la sua preferita, e insieme a lei la canzone di Branduardi Alla fiera dell’Est, è la novella di Petuzzo.

La mamma dice a Petuzzo:

Petuzzo vai nell’orto a prendere il cavoluzzo per il tuo babbo che è malato.

“No!”

Cane mordi Petuzzo che non vuole andare nell’orto a prendere il cavoluzzo

per il suo babbo che è malato.
“No!”
Mazza bastona il cane che non vuole mordere Petuzzo
che non vuole andare nell’orto a prendere il cavoluzzo per il suo babbo che è malato.
“No!”
Fuoco brucia la mazza che non vuole bastonare il cane che non vuole mordere Petuzzo
che non vuole andare nell’orto a prendere il cavoluzzo per il suo babbo che è malato.
“No!”
Acqua spengi il fuoco che non vuole bruciare la mazza che non vuole bastonare il cane che non vuole mordere Petuzzo
che non vuole andare nell’orto a prendere il cavoluzzo per il suo babbo che è malato.
“No!”
Bove bevi l’acqua che non vuole spengere il fuoco che non vuole bruciare la mazza che non vuole bastonare il cane che non vuole mordere Petuzzo
che non vuole andare nell’orto a prendere il cavoluzzo per il suo babbo che è malato.
“No!”
Fune lega il bove che non vuole bere l’acqua che non vuole spengere il fuoco
che non vuole bruciare la mazza che non vuole bastonare il cane che non vuole mordere Petuzzo
che non vuole andare nell’orto a prendere il cavoluzzo per il suo babbo che è malato.
“No!”
Topo rodi la fune che non vuole legare il bove che non vuole bere l’acqua che non vuole spengere il fuoco che non vuole bruciare la mazza che non vuole bastonare il cane che non vuole mordere Petuzzo
che non vuole andare nell’orto a prendere il cavoluzzo per il suo babbo che è malato.

“Rodo rodo!”dice il topo

“lego lego!” dice la fune

“bevo bevo!” dice il bove

“spengo spengo!” dice l’acqua

“brucio brucio!” dice il fuoco
“mordo mordo!”dice il cane
“do do!” dice il bastone
“vo vo!” dice Petuzzo.
E va nell’orto a prendere il cavoluzzo
per il suo babbo che è malato.




















 























I bambini della III sezione e la V B lavorano insieme sulla storia di Zio Lupo

I bambini della III sezione e la V B lavorano insieme sulla storia di Zio Lupo

Il primo incontro si è tenuto nella biblioteca della scuola primaria; fulcro dell'incontro è stata la lettura della fiaba ( "Zio Lupo " nella trascrizione di Italo Calvino) da parte degli alunni di quinta. Dopo la lettura, i bambini della III sezione della scuola dell'infanzia hanno drammatizzato la storia. 






















Il secondo incontro si è invece svolto nei locali della scuola dell'infanzia:
i bambini di 5 anni hanno inventato un nuovo finale della storia, raccontandolo poi ai ragazzi di quinta. Infine, tutti gli alunni, divisi in coppie formate da un bambino della scuola dell'infanzia e da uno della scuola primaria, hanno riprodotto graficamente le sequenze della storia.












Zio lupo
C'era una volta una bambina golosa. Un giorno di Carnevale, la maestra dice alle bambine : - Se siete buone a finire la maglia, vi dò le frittelle. - Ma quella bambina non sapeva fare la maglia e chiese d'andare al bagno; si chiuse là dentro e ci si addormentò. Quando tornò a scuola, le altre bambine s'erano mangiate tutte le frittelle e lei andò a piangere da sua madre e a raccontarle tutta la storia. - Sta' buona, poverina, ti farò io le frittelle - disse la mamma; ma la mamma era tanto povera che non aveva nemmeno la padella. - Và da Zio Lupo a chiedergli se ci presta la padella.- La bambina andò alla casa di Zio Lupo e bussò: - Toc, toc!-
-Chi è?-
-Sono io-
-Tanti anni e tanti mesi che nessuno bussa più a questa porta! Cosa vuoi?-
-Mi manda la mamma a chiedervi se ci prestate la padella per fare le frittelle.- 
-Aspetta che mi metto la camicia.- "Toc,toc"
-Aspetta che mi metto i mutandoni- " Toc,toc"-Aspetta che mi metto il cappotto-
Finalmente Zio Lupo aprí e le diede la padella.
-Io ve la presto ma dí alla mamma che me la restituisca piena di frittelle con una pagnotta di pane e un fiasco di vino.-
- Sí, sí, vi porterò tutto.- 
Quando fu a casa, la mamma le fece tante buone frittelle, ne lasciò una padellata per Zio Lupo e disse alla bambina:- Porta le frittelle a Zio Lupo, questa pagnotta di pane e questo fiasco di vino.- La bambina, golosa com'era, per strada cominciò ad annusare le frittelle-Oh che buon profumino, se ne mangiassi una?- E una, due, tre, se le mangiò tutte e per accompagnarle si mangiò tutto il pane e per mandarle giù si bevve anche il vino. Allora, per riempire la padella, raccolse per la strada delle polpette di cacca di somaro, il fiasco lo riempí di acqua sporca e per pane fece una pagnotta con la calcina di un muratore che lavorava per la strada. Quando arrivò da Zio Lupo gli diede tutta questa brutta roba. Zio Lupo assaggia una frittella:- Puecc! Ma questa è polpetta di somaro!- Va subito per bere il vino per togliersi il sapore dalla bocca:- Puecc! Ma questa è acqua sporca!- Addenta un pezzo di pane e:- Puecc! Ma questa è calcina!- Guardò la bambina con occhi di fuoco e disse:- Stanotte ti vengo a mangiare!- La bambina corse a casa dalla sua mamma:- Stanotte viene Zio Lupo e mi mangia!- La mamma cominciò a chiudere le porte, a chiudere le finestre, a chiudere tutti i buchi della casa perché Zio Lupo non potesse entrare ma si dimenticò di chiudere il camino. Quando fu notte e la bambina era già a letto, si sentí la voce dello Zio Lupo da fuori:- Adesso ti mangio! Sono vicino a casa!- Poi si sentí il passo vicino le tegole:- Adesso ti mangio, sono sul tetto!- Poi si sentí un gran rumore giù per il camino:- Adesso ti mangio, sono nel camino!- 
-Mamma, mamma, c'è il lupo!-
-Nasconditi sotto le coperte!-
-Adesso ti mangio, sono nel focolare!- La bambina si rincantucciò nel letto, tremando come una foglia.
-Adesso ti mangio, sono nella stanza!-
-Adesso ti mangio, sono ai piedi del letto! Ahm, che ti mangio!- E se la mangiò. E così Zio Lupo mangia sempre le bambine golose.

Il nostro finale

Vicino alla casa della bambina viveva una dottoressa. La bambina, che si chiamava Margherita ma tutti chiamavano Dolcetta, chiama la dottoressa al telefono per chiedere aiuto ma la dottoressa è impegnata con un paziente e quindi manda il dottore che arriva con la bicicletta da dottore con sopra il simbolo del dottore, un cerotto. Il dottore entra piano piano dal camino e, senza farsi vedere dal lupo, gli fa una puntura e poi gli mette un cerotto. Dentro la siringa c'è un liquido magico anti-lupo. Il lupo si arrabbia ma subito dopo si trasforma in un umano...era lo zio della bambina, lo zio Gianfri! La mamma e la bambina restano a bocca aperta perché sono sbalordite! Lo zio era diventato lupo tanti anni prima perché un lupo cattivo gli aveva dato un morso. Tutti si abbracciano felici e contenti perché la famiglia si è finalmente riunita.